Forse non sei tu a
mancarmi
ma l’idea di te
che il sacco
appesantisce
delle idee fallite
dimora dei concetti
che rimangono deserti
senza vento e acqua
Veli che il desiderio
dalla realtà
allontanano
sorrisi come boccioli
appassiti senza aver
conosciuto
il tepore che li
avrebbe resi fiori
Percorsi
senza traguardi
che nel buio
dell’incontro si ritrovano
diversi nella forma
eppure così affini
in quello che diventano
dopo aver scelto di slegare
la magia
Giardini
che a volte anche il paradiso
indicavano
sopra rosee targhe ai bordi
delle vie
e invece tra le lande
l’odore intenso di
glicine e d’estate
hanno smarrito
E il gioco
la sua triste scena
replica
dolce beatitudine
che sulla pesantezza annaspa
e mentre l’incertezza
tua
nella bramosia d’afferrare
il canto stridulo
intona
mi smarrisco
Ai miei occhi
pane e pietre
e tutto ciò che trovi
per te va anche bene
E mi rivedo ancora
graffio e vuoto
mentre piaceri appena
intuiti
perdono luce e anche sostanza
e anche se vorrei
solamente rimanere
nell’assenza che ti
butto addosso
mi dissolvo
tiziana mignosa marzo duemilatredici
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