Come invalicabile confine
che il disagio
della terra secca separa
dal giardino in fiore
è una linea netta
quella che divide
il prima d’incontrarti al dopo
Ingenua
dolce attesa
che il passo ha accompagnato
lungo il tempo
-prima-
nei lunghi giorni in cui la benda
altri strati tesseva sopra agli occhi
E mentre il bisogno imboccava la speranza
cresceva dolce la menzogna
che affidava ad altri i semi e l’acqua
che le mie zolle avrebbero corretto
in oscillanti prati sotto il sole
Miraggio sfavillante
che l’incanto m’ha donato
ma è subito svanito
lasciando solo vento freddo
e ghiaccio
E cosi nel dopo
a piedi scalzi ho attraversato
la strada lastricata col tormento
utile sentiero
che mi ha portato ad afferrare l’idea giusta
che giunto ormai è il tempo
Inutile è cercare
-fuori-
ciò che solo dentro vive
linfa che se riconosciuta
consente al giardino
di essere e radicare
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