domenica 16 marzo 2014

La mia piccola disubbidienza


Faccio l’Amore col sole
la mattina
presto
quando mi viene a trovare
e cerca i miei occhi
tra il tremolio smeraldo delle foglie

Cantano
gli usignoli in coro
la mia piccola disubbidienza
quella che m’accompagna
mentre sorrido e mi diletto
tra quel tepore zuccherino
che mi disegna brividi a gocce
preziosi
sull’arsura della pelle

Attimi ovattati
che mi prendono per mano
e m’accompagnano
dal sogno orizzontale
al chiasso che incornicia il verticale

Dolce
è il richiamo nel silenzio
che ancora a occhi chiusi
mi carezza
del cucchiaino che in tondo
gira e gira ancora su se stesso
tintinnando la porcellana
del giorno senza fretta

Preziosa conca
di desideri liquidi e biscotti
specchio per la vanità del sole
che insieme a me
nel fondo
l’immensità del cielo
trova

Colazione
in giardino
nel giorno senza fretta

tiziana mignosa
luglio duemilaundici

La chiamavano Primavera


La chiamavano Primavera
perché imbrigliati tra i capelli
possedeva spicchi di sole e arcobaleno

continuava a cavalcare sogni
e mai alzava il lembo bianco
neanche mentre si faceva male.

La chiamavano Primavera
anche quando la malinconia
le soffiava il buio delle nubi accanto

e il mondo con le dita
intanto carezzava
gioia che non smetteva un attimo di volere.

Un bel giorno infatti il vento
impietosito da quel dolce tormento
dell’azzurro le donò la tenerezza

infinito
gustato
nel finito.

Ma il bello
chissà mai perché
dura sempre il giro stretto di uno stornello

e così quando ancora
l’Amore sulla pelle canticchiava
come fulmine ogni cosa fu svanita.

E lei morì a sorpresa
mischiandosi alla terra e al pianto
del più fitto e freddo inverno.

E pensare che aveva pure creduto
che per amore suo
la luce alle stelle lui aveva rubato

regina cinta dai ghiacci della notte
stupita
si ritrovò anche senza corona.

Primavera nel vuoto del silenzio
condividendo con se stessa la sua pena
alle spalle lasciava il paradiso

Primavera con l’umidità nell’occhio
risorta nel centro dell’inferno
comprese che nulla aveva capito.

E così
sui passi trascinati della terra
il fiore s’arrese alla sua sorte

e si fece polvere
e si fece nutrimento
per il giorno che ancora stava attendendo.

E tutti
intanto
continuarono a chiamarla Primavera

tiziana mignosa


lunedì 10 marzo 2014

Nell'ultimo febbraio lungo il tempo


Anche se distante dal pensiero
nell’istante dell’inizio è già segnato
il tempo in cui il punto che il cerchio avvia
incontrerà la coda

Fu appuntamento e strappo
nell’ultimo febbraio lungo il tempo
atteso, voluto e anche temuto
scindendo ciò che più non era aprì la nuova strada

Valigia dall’ingombro veritiero
                                                                                               non visibile
una pianta che sarebbe morta
e un’altra per dimenticare nelle mani

Nel travaglio vive ogni distacco
immutato infatti è il fremito
morte che si rinnova e goccia
sul sentiero che il cambiamento abbraccia

Destino e giocoliere del rinnovo
non palese al frenetico alternarsi
per dare il la al bimbo
 ripone il vecchio al capo

ma ogni volta che dall’occhio si divarica
ciò che più non torna
è strappo anche se intarsio
nell’angolo di velluto in fondo al cuore

tiziana mignosa
ventotto febbraio duemiladodici


Note: addio al CD, e a tutte le emozioni provate, abbracci di velluto e carta vetrata


Per chi desidera ascoltarla:
http://www.dailymotion.com/video/x14f8ax_tiziana-mignosa-nell-ultimo-febbraio-lungo-il-tempo_creation

Solo sogno


Immagina una scatola
affollata di matite colorate
e la tua voglia
di tinteggiare con l’arcobaleno il mondo intero

Come fiammifero
che inutilmente la sua fiamma testa
se di pensieri solo vivi e non di forma
con la tristezza presto dovrai fare specchio

mentre le tue belle mani
hanno perduto
grazia e Amore lungo il tempo
dipinto che rimane solo sogno

tiziana mignosa

gennaio duemiladodici


Vetri appannati e sogni


Se mai volessi immaginare la felicità
le darei il nome tuo
e intanto tinteggio calde atmosfere
oltre il limite dove l’occhio può arrivare

E la vita scorre e si distende
come il paesaggio che mi passa accanto
mentre guardando fuori dal finestrino
fantastico appassionate danze

Vetri appannati e sogni
si sovrappongono a crepuscoli infuocati
in un tempo dove la malinconia
sbiadisce come il buio quando la luce Ama

Doveri
che il passo cedono ai desideri
che liberi crescono e si espandono
in accecanti ubriacature di sorrisi

Se mai volessi immaginare la felicità
la colorerei delle emozioni che vivo in questo adesso
mentre l’energia mi suggerisce la gioia del distacco
dal cerchio che al livido incatena


tiziana mignosa
dicembre duemilaundici





Oggi


Si apre a varchi
la strada che mi conduce
dove spesso non vedo nemmeno il percorso
quando il sorriso dell’indifferenza
si mescola a quello della sorpresa

E mi soffermo
sullo stupore
mentre mi vedo costretta
ed incontrarmi col desiderio che ho raccolto
dove si è adagiato l’occhio

Mi piaci
oggi me lo ha detto il gusto dello sguardo
e la gioia dell’ascolto
ma anche il pensiero che s’imbriglia
rallentando il passo al tempo

tiziana mignosa
maggio duemilaundici


In un angolo rubato


“Dove sta il male?”
quando nell’arsura del giorno senza vento
la pelle si domanda
a chi l’acqua toglie
mentre attimi di sorriso idratano
l’anima che gocciola insieme al dolore della terra?

Ampolla seducente
che promette nettare prezioso
accarezzato solo col pensiero
linfa che disseta
frammenti di tempo
nel silenzio di un angolo rubato


tiziana mignosa
maggio duemilaundici

L'Amore sulle mani


Ci sono uomini
che dell’amore parlano
e mentre sfoggiano ventagli d’emozioni
nemmeno sanno di quanto poco dicano
e questo perché ritengono
che immenso sia lo spicchio
piccolo spazio
dove in realtà si muovono

Il petalo
pur avendo del suo profumo il sole
non è la margherita intera
come l’amore sulle mani
che in verità è solo uno dei locali
dell’immensa reggia
dove l’Amore
con tutta la sua bellezza regna

tiziana mignosa
marzo duemilaundici 

sabato 8 marzo 2014

In questo strambo giorno nel cuore dell'estate


La musicalità dell’acqua
mischiandosi al calore
e all’azzurro che m’invade
zampilla dalla fontanella
malinconia
e gioia a tratti

In questo strambo giorno nel cuore dell’estate
che lungo il tempo scorre
e ogni tanto di sbadiglio inciampa
e slitta indietro
o troppo avanti
allontanando ai sensi il gusto del presente

tiziana mignosa
luglio duemilaundici


Dicendomi chi sei


Come la primavera
che sul languore dell’inverno svetta
è stato bello
percepire la pressione del tuo sguardo
che la folla elude
per afferrare il mio
che sfugge

Trasparenze fluttuanti
di sensazioni opposte
mi sommergono
e al collo mi s’intrecciano
mentre d’afferrare tentano
la voglia di scappare che mi prende
quando l’attenzione
dicendomi chi sei
altrove spalmi

E il gioco perde brio
e sulla negazione s’addormenta
al bivio conto stelle
e sassi
  


tiziana mignosa marzo duemilatredici

Quasi metà ottobre


E scrosciava impetuosa
l’acqua
sulle nostre teste
in quel bagno dove i vapori
toccavano il cielo
e non era l’unica cosa
che invitava labbra e mani

Inattesa
come un bagno
in un mare torbido e freddo
di quasi metà ottobre
con un costume  in due
e un completino intimo
che di gusto
confuso mescolava
il sale col piacere

Orme sorridenti sulla sabbia
prima
dopo aver gustato
una corsa abbracciati
controvento

Una conchiglia a cuore
raccolta
e stretto dentro al pugno
un sassolino rosa
che nella tasca affondava la sua corsa

E il sole
che non ci aveva atteso
mentre giocava a nascondino
tra le nuvole
e sui miei passi
che sorridevano
su ciò che facevo
consapevole che nessuno
sarebbe mai riuscito a farmi fare

E rivestirsi
bagnati e felici
solo per avere la scusa
di spogliarsi ancora
stavolta tra i vapori di un sogno
che indossava la sua forma


tiziana mignosa ottobre duemilatredici

Protagonista dell'era incatenata


Quando l’apice del no raggiungi
il concetto di tradimento appare assai più chiaro:
o il comune senso del dovere anneghi
oppure come sempre
i desideri tuoi sono ad aver la peggio

E mentre l’uragano
si è fatto pioggerella lungo il tempo
fastidiosa
ma non più vile tormenta
sulle mani del martirio ti soffermi

ma anche sul lento asciugarsi della rosa
protagonista dell’era incatenata
mentre troppo a lungo
al bivio soffocavi i tuoi talenti

Fantomatici piaceri
attori e spettatori sulla stessa scena
scimmiottano un amore
che Amore non conoscono

E se è vero che essere corretti
è una gran bella cosa
t’accorgi che a volte per accontentare
il tuo sole soffochi nel pozzo

E cosi un po’ per il gusto della pace
e un po’ per le idee sbilenche
che nella testa ti hanno radicato
come le antiche ave ti ritrovi
ad eseguire l’esatto opposto
di ciò che in realtà volevi

tiziana mignosa 
 gennaio duemilatredici

Per chi desidera ascoltarla:
http://www.dailymotion.com/video/x14f8q9_tiziana-mignosa-protagonista-dell-era-incatenata_creation

Tu che abbandonando il cielo mi diventi pietra



Fili d’erba novella
tra le dita dei piedi nudi cerco
tenero indugio sull’ingenuità
dei passi miei sognanti
che energia disperdono
sull’aridità di mattonelle note

D’aria dimentichi
e d’azzurro
tracce di solchi assetate
che respiri e giardini sconfinati bramano
voli e dolce appartenenza
immaginata

Ma il pensiero
sbagliando
troppo a lungo mi sofferma
sul tempo della gioia tradita
quando mirando a nord
la scaletta tenevo d’occhio
del desiderio che versando a est
prendeva la sua triste forma
   e tu perdevi quota
e io sostanza

E cosi
cogliendo attimi distratti
e troppo poco nostri
bruscamente sterzo
e ti ritrovo al suolo
mentre torno sui miei passi


Tu che abbandonando il cielo mi diventi pietra


e ti stupisci pure
come se io fossi matta



tiziana mignosa   marzo duemilatredici





Occhi dentro agli occhi


Come respiro nell’oceano
nell’attimo che l’impronta segue
ad occhi chiusi dentro me trattengo
la morbida gentilezza
che il mio sguardo ha invaso

Passi che nella corsa
per un secondo il freno stringono
-e indietro torno-
per galleggiare nella luce
di quel sorriso ignaro
dedicato alla tua immagine riflessa

-isole verdi in mari d’agosto-
i tuoi occhi
lampi di giada screziati
baciati da nuvole
di ocra vermiglio infuocato

A catturare il mio sentire
è il guizzo di un istante
-occhi dentro agli occhi-
che solo col desiderio
da lontano s’accarezzano

Generoso varco
su una stanza sconosciuta
attimi di dolce intimità
rubati ai no del fare
lungo le catene della ragione
nel buio di questa notte
che non ci appartiene 

tiziana mignosa    marzo duemilatredici


domenica 2 marzo 2014

La gioia è solo degli audaci


La notte
ha il respiro della seduzione
quando la città svuota
e di luci e desideri accende
la leggerezza
di quell’odore che m’aleggia a tratti
e incanta.

E’ questo
il buio che mi da alla testa
la parte audace del giorno
che mi veste a pelle
quando l’ora si fa sera.

La stessa
che inutilmente inseguo
nel momento in cui stanco
il giorno
abbandona lacrime e doveri
e s’agghinda di miele e sfavillii a festa.

E mentre per dar vita
ai loro sogni belli
gli uomini più pigri scelgono
la via facile del sogno
gli altri
si fanno avanti
e raccolgono i fiori più preziosi.

La gioia
infatti
è solo degli audaci
che con le unghie forti
alla negazione del destino infame
strappano ciò che vogliono
per vivere sempre
a bocca
e mani spalancate.

E’ la lavagna della Libertà
la notte
che mentre accattivante slaccia
la camicia al cuore
i suoi voleri
incide e urla
sui passi e sulla polvere
lungo lo stretto viale
sulla terra.

tiziana mignosa
giugno duemilaundici

Note: 


In quella sosta zuccherina



Quando gli occhi
in altri occhi bloccano il respiro
diventano come finestre
smaniose di spalancarsi sul sorriso

Si abbattono così
in quella sosta zuccherina
mattoni su mattoni di riservatezza
uniti uno all’altro dall’attesa

E’ dono tacito
su fiumi d’anima
che allegramente scorrono nutrendo
in una e poi nell’altra direzione

e il tutto abbraccia in quel silenzio pieno
che dura poco più di un attimo
ma che racchiude in sé
i brividi del mondo intero

tiziana mignosa
luglio duemilaundici


Otto viola


Come caramelle
la vita a volte dona
attimi d’inatteso miele
che il giorno fanno a sole

Raffinato canto
che dal poeta viene catturato
ritratti di attimi rubati
allo scorrere monotono del giorno

Piccoli prodigi
fluidi e impalpabili
che partorendo incanto
forgiano sorrisi

tiziana mignosa
otto settembre duemiladodici



L'inchiostro e la busta



Quando non ascolti la voce della voglia
è un po’ come chi l’inchiostro prende
ma prima di donarlo alla profondità del mare
nella busta dell’ingenuità e carta lo nasconde

E’ nero il drappo sulla verità e sull’occhio
chimera che tutto sia al suo posto
ma intanto il rosso
di sé contamina il mondo che lo abbraccia

Tremolio di mani e desiderio
pressione capace d’offuscare
come la fame coi suoi morsi
quando il passo si trascina sul dovere

tiziana mignosa
giugno duemiladodici


In bici verso il mare



Si bacia con la mia essenza
l’estate quando
di passi roteanti scivola
tra campi di covoni ambrati verso il mare

Tra ombre e luci d’Eucaliptus
a tratti la cicala intona
l’ode che l’occhio induce
a fessura di piacere contro il sole

E scorro
tra bordi a erba oscillanti al vento
e gialli campi dove il soffio
di gioia mattutina mi fa sua

tiziana mignosa
luglio duemiladodici

Note: in estate, la mattina presto quando ancora il sole è mite, in bici verso il mare attraversando campi di natura sonnecchiante