lunedì 24 febbraio 2014

Marea trasparente


Azzurro è quell’istante
in cui la bellezza esplode nel piacere
e la terra si fa presto acqua
e l’acqua cielo
aria che soffiando
solitari fuochi appicca al cuore

Marea trasparente
che m’invade di colore suono e onda
e nel lancio della scesa
frizzando d’allegria
di fresche bollicine il corpo fascia

Sublime è  il momento che m’inghiotte
per poi donarmi ancora al sole
in quel contrasto amato
tra il brio dell’aria che esalta
 il morbido tepore
dell’acqua che m’accoglie

tiziana mignosa
agosto duemiladodici

note: c’è un momento magico in cui ritorno bambina e incurante di chi mi vive intorno gioco tra lo scoglio e l’onda vivendo e rivivendo il gusto di essere accolta nell’abbraccio caldo del mare cristallino  



Il respiro dell'Uni - Verso



Schegge come saette
raggiera di splendore
e sfumature differenti
immerse nel sonno dell’oblio
sfrecciano allontanandosi nel blu

Dell’unico battito
è saggia espirazione sopra i mondi
esperienza d’innumerevoli frammenti sparsi
strappo e paura nel distacco
la notte della dimenticanza gemono

Viaggiatori calamite
intimoriti dall’Amore
quando fanno ritorno al cuore
rammentano di sorriso
che è l’unico collante nell’inspirazione

tiziana mignosa
giugno duemiladodici



Il mio segreto


Prende forma il mio segreto
mentre nella tua dolce assenza
giorno dopo giorno
mi smarrisco e penso 

Ti osservo e poi mi perdo
nel tuo mondo di velluto sconosciuto
e ti fascio coi nomignoli più dolci
 e probabili mestieri

Quaranta minuti
che troppo in fretta si dissolvono
e daccapo forma prendono
quando è di nuovo giorno

Illudendomi di gioia
d’improvviso dal tuo fare
magneti screziati si sollevano
invadendomi di mare e desiderio

Inatteso è il battito
cuore al posto della gola
dissolvendo nell’adesso
sogni e voglie della mente

Tradimento che mi strappa
quando il verde dei tuoi occhi
trasognato tra la folla s’allontana
agrodolce che mi sballa nell’attesa del domani

tiziana mignosa
marzo duemiladodici

Nota: questa poesia nasce dal desiderio di ribaltare una situazione banale in una colorata.
(Gli uomini prima di tentare di conquistare una donna dovrebbero essere donne)

 Titolo originale: Le parole che avrei voluto leggere

Ghiaccio vermiglio a fette


M’invade gli occhi
l’azzurrità del cielo
in questo giorno esagerato
che di libertà e desiderio vibra
-e ti penso-
mentre la zuccherina polpa
con le labbra
gentile si spartisce
levità e carne

Ghiaccio vermiglio a fette
si dona a languidi piaceri
e la calura stempera d’un fiato
occhi socchiusi
in quest’esplosione di luci e di passioni
nel cuore acceso dell’estate

E la frontiera scardino
che il visibile separa
dall’ invisibile
e ti ritrovo accanto
mentre nello slancio dello stupore
il respiro per un attimo
al dimenticatoio lascio

E come ape col suo miele
gioisco anche al tuo sapore
mentre ti lasci catturare
dal sensuale rivolo
che a lato delle labbra
si lascia dolcemente andare



tiziana mignosa  marzo duemilatredici

E vorrei non farlo


Ho gli occhi pieni di te
e il cuore ubriaco di paura
e non serve chiuderli
per averti accanto
riesco a vederti anche se non ci sei

E ti penso
e vorrei non farlo
mentre l’onda diventa oceano
e mi leggo lago
che mi trova barca
prigioniera dei monti che mi serrano
nei giorni sbadiglianti lungo il ghiaccio

Vorrei sussurrarti sulle labbra
tutto ciò che provo
e intanto mi lascio consumare
tra paura e desiderio

tiziana mignosa
ottomarzoduemilatredici

domenica 9 febbraio 2014

Pochi minuti sull'ora scarsa



Hai catturato i miei pensieri
da troppo tempo nomadi
e prigionieri
di scatolette rosa pallido ammuffito
pareti imbrattate di rimpianti
e tempo scaduto

Hai conquistato
angoli d’azzurro
scardinando catene  incandescenti
con nastri senza fretta
e sorrisi divertiti

Pochi minuti
sull’ora scarsa
travestono l’indifferenza
in desiderio

tiziana mignosa
maggio duemilaundici





Viaggiatore sconosciuto


Come il piede
che dalla terra linfa succhia
così la nostra essenza
quando dall’invisibile tira fuori
ciò che di più bello
il desiderio appaga in quello spicchio

Conosci bene
il linguaggio dell’anima del mondo
viaggiatore sconosciuto
che con le chiavi di cristallo in mano
t’avvicini nei giardini
del piano più vicino al cielo

tiziana mignosa
luglio duemilaundici

sabato 8 febbraio 2014

Il limite dell'oltre




Quando con la mente torno
a certi volti e a certi fremiti del passato
mi allineo all’incertezza che il gusto alimentava
e a quei battiti impazziti che il respiro bloccavano

ma anche al buffo ritornello
che bleffando mi cantavo
Nulla di fatto c’è
tra me e il tipo che
con gli occhi il desiderio ci scambiamo”

Ma i muri, le strade
e perfino i sedili del tram o gli alberi del viale
avrebbero potuto raccontare
la storia in modo disuguale

Per esserci qualcosa
non bisogna necessariamente varcare il limite dell’oltre
ogni inizio è solo un seguito
ma anche quando il passo s’arresta sul percorso
non vuol dire che nulla ci sia stato

tiziana mignosa
ottobre duemiladodici


L'Amore malato



Ricordi
quando il sole ungeva la nostra vita
di gioia e di luce
e mi nutrivo e crescevo
nell’Amore malato
figlio voluto e assassino
che ha visto solo in te l’unico soffio?

E intanto il mondo
nell’incanto si fermava
e sbiadiva fino a scomparire
sullo stupore
che accendeva i miei occhi
mentre ti seguivo in silenzio
e ti guardavo e ti respiravo
nutrendomi della tua bellezza
come se i tuoi passi
fossero le uniche orme
capaci di generare prati
e l’immensità dei cieli.

Ricordi
quando le giornate
raccoglievano l’eco a festa
delle risate squillanti
che lanciavamo in cielo
mentre le nubi si coloravano
del nostro Amore?

Ricordi
solo ricordi di notti e di giorni
di luce e di sole
sbriciolati e scivolati
lungo la porta sbattuta in faccia
all’altra parte dello stupore

tiziana mignosa
luglio duemilaundici




Note: per chi desidera ascoltarla:
http://www.dailymotion.com/video/x14f82s_tiziana-mignosa-l-amore-malato_creation

E un aeroporto nel mondo


Fari sfreccianti
su ampi percorsi che accolgono mondi difformi
fretta
e un sole che incanta e poi scivola
su terra straniera

E un aeroporto nel mondo
una città che a quest’ora
s’arrende al suo gioco sfibrante
e sbadiglia alla notte che avanza

Un uomo che attende il suo volo
un pensiero leggero e il presente
occhi bassi e un messaggio che viaggia
nell’etere
un sorriso che bacia l’istante

tiziana mignosa
marzo duemilatredici



Orme e forti radici


Io allodola
e tu specchio
sulla strada che paziente
mi attendeva

Non transiti invisibili
ma orme e forti radici
di gioia e appartenenza

Un passo volge avanti
e l’altro al ticchettio abbraccia
la via che all’ieri ho consegnato

Nutrimento e folle paura
e una mano “dolce”
profumo di salsedine che m’afferra
sempre a un passo
dalla soglia dove il gelo dell’inverno
l’azzurro della mia estate
minaccia d’allagare

E mi lascio andare
docile
alla magia del flusso che rinnova

L’insegnamento
si fa allora ombra
calda che alla vetta
m’ accompagna

e mi lascio catturare
da laghi seducenti d’aquilina
sulle affilate lame che alla fuga
non riescono a portarmi


tiziana mignosa novembre duemilatredici


Il dolce lago creato dal tuo sguardo


A tutto fai pensare
piuttosto che a nulla stai ambendo
collezionista di parole senza senso
oppure belle
ma dove agli occhi manca il batticuore

Con la bocca dici no
ma con il cuore cerchi ancora
è inutile negarlo
l’orizzonte conosce bene
il dolce lago creato dal tuo sguardo 

Intrecci di parole rosa
che vuoi vedere a tutti i costi verdi
ma che ti spiombano ogni volta
quando il tutto del momento
solo il fondo dell’attesa tocca

Forse sarà il karma
o forse un’altra cosa
fatto sta che ogni volta
qualcosa sorge
che con la fantasia fa a botte

tiziana mignosa
ottobre duemiladodici


L'Amore è leggerezza


L’Amore è leggerezza
anche quando
desideri e tempi
sono divergenti

e i fiori coglie
nel giardino  dell’incanto
quello che ai più sfugge
quando la fretta consumano nelle mani
e poi non si ritrovano più niente

Alchimia magnifica
capace di mutare
il bisogno d’avere
in serene e verdi attese

Non chiede niente
e di bellezza si disseta
perché sa bene
che chi  nell’Amore vive
respira sempre primavera

tiziana mignosa
marzo duemilaundici

La sera ... che alla notte volge


Bevo
la tua voce
mentre nel silenzio della sera
che alla notte volge
m’attraversa come pettine
sui giardini colorati della mente

Chiavi di violino
su pergamene preziose
rallentano l’urgenza d’afferrare
cose differenti  con la stessa mano

E mi catturi
sull’adesso
quando melodie di quiete
la finestra schiudono
alla brezza del desiderio
che impertinente m’invade
accendendo di languido piacere
i pensieri che m’accompagnano
al sonno inquieto della notte

tiziana mignosa
luglio duemilaundici

L'appuntamento


Ricama fili di luce
la tua voce
mentre nel silenzio
di questo buio che mi circonda
l’appuntamento si fa rito
che
l e n t a m e n t e
s’espande nel desiderio

Fremito
covato nell’attesa
e gusto pieno fiorito sull’adesso
che non vuole finire
in questa danza di minuti che scorrono via
dilatando il tempo sul piacere

E faccio l’Amore con te
mentre m’impasto alle tue parole
nutrendomi d’ogni pausa
che sottolinea l’emozione

tiziana mignosa
aprile duemilaundici







Il colore delle favole


Nel grigio passo sempre uguale
il varco a volte il piacere forgia
attimi di complicità sottile
sorsate d’infinito nel finito

Evidenziando il pregio dell’istante
è oro che il presente illumina
perfino quando è giunto
nell’alloggio senza siepe del passato

Anche quando vola via
e più non torna
il colore delle favole
nel cuore sempre mette casa

tiziana mignosa
settembre duemiladodici 

Il tuo respiro bevo



Mentre partecipo
alla noia a stampo della vita
scavalco l’alto cancello
e divento campo
di variopinti frutti e vento

Sensualità sottile
che attraversa la mia essenza
inebriante
come il profumo
che invade il cerchio in cui mi muovo

E mi rapisce i sensi
ogni volta che ti sfioro
e a seta rende la mia pelle
che l’odore ha
dell’Amore a primavera

E i fiumi
si fanno presto mari
e i mari oceani
nel tempo in cui
sussurrate lungo il collo
bisbigli di parole
mi rapiscono le orecchie

Melodie
che ricamano la mente
di brividi a germogli
ed emozioni antiche

Ad occhi chiusi
trattengo dentro me
il gusto del momento
e
goccia a goccia
il tuo respiro
bevo


tiziana mignosa
marzo duemilaundici

Nell'invisibilità dell'aria


A volte ti ritrovo
in quello spazio indefinito
che lo sguardo mio separa
da ciò che di fronte a me
al mondo la sua forma mostra

ed è in quel dolce scivolar di cuore
nell’invisibilità dell’aria
che il palmo della mano mia
il tuo bel viso incontra

Lungo i giorni che di tutto fanno scorta
tranne di ciò che con la pelle anelo
con gl’occhi della mente
d’attimi di gioia certe volte
scampati al passo sbadigliante
mi riapproprio

Ed è nel giardino del silenzio
che io torno
quando il sole
allacciandosi al guizzo inconfessato della sete
giocava a nascondino tra le foglie
e a tratti i raggi suoi
puntando sul sorriso dei tuoi occhi
il paradiso intero mi donava


tiziana mignosa
luglio duemilatredici


Note: per chi desidera ascoltarla:

Il tormento della spugna


Quando sei spugna
e l’arsura è tribolazione
sogni acqua fresca
dove lasciarti andare

ma dimentichi che all’alba
non ti si potrà strizzare
perché sarai immersa
interamente in mare

Il tempo passa
e tutto si rovescia
e ciò che oggi ti è dolore
domani sarà fiore

tiziana mignosa
gennaio duemilaundici

Il punto x


Nella vita arriva sempre
il temuto punto x
il momento dell’impasse in cui la gioia
tra gli artigli del dovere
si diverte a nascondino

Sassi aguzzi
che diventano montagne da scalare
piedi nudi sulla rupe
mano nella mano col dolore
attraversando il buio che non molla

Senza respiro
arriva il dì della domanda senza riscontro
e il desiderio intanto avanza
avvicinandoti così ciò che vorresti sperimentare
ma il karma fa il suo dovere e lesto  l’allontana

tiziana mignosa
febbraio duemilaundici

Il campo di papaveri



Quando il giorno s’infuoca nell’azzurro
e il sole a picco spiomba
sull’asfalto che al dovere volge
svogliato il passo appare
e d’onde sfuma all’orizzonte

Prigionieri d’illusioni
accaldati e assorti visi
sfilano uniformi
mondi solitari dentro al mondo
tra compiti difficili da svolgere

E d’improvviso è dono
quel vento impertinente
amico che mi desta col suo soffio
che lesto di menta mi delizia
nel campo di papaveri nascosto

Labbra rosso fuoco
che al cielo sottilmente offrono
l’angolo più ardito del sorriso
e per godere maggiormente di quell’attimo
a liquida fessura fanno l’occhio

Segreto raffinato
che all’ombra della gonna compie il fato
amplesso col piacere
che tutto il resto lascia scomparire
nel caldo mondo che mi scorre al lato

tiziana mignosa
giugno duemiladodici

domenica 2 febbraio 2014

L e g g e r a

foto di Daniela Ghibli Taliana 



E mi ritrovo qui
-dopo averti guardato
fin quando ho osato farlo-
in questa quiete ovattata
colma solo di me stessa

dove la frenesia dell’oggi
e neanche i ricordi
-o il tuo silenzio-
riescono ad arrivare

Dove il graffio di ieri
e il timore del domani
s’assopiscono
e poi    dissolvono

Ed è subito magia
e i sassi
si fanno polvere
dove sbocciano sorrisi

L e g g e r a
mi lascio andare
concedendomi di fluttuare
in quest’ampiezza  che m’avvolge
e senza giudizio Ama     e mi guarisce

Scivolo
e poi risalgo
-accetto il ballo-
lungo pareti d’acquosità azzurre

Mi giro
e mi rigiro
e il cielo diventa terra
e la terra cielo
-ed io rinasco-

Sciogliendo i lacci
non gioco più al fare
-scelgo d’essere-
ed è così che i varchi
sul nuovo giorno s’aprono

Dolce    mi carezza
questo lambire che bonifica
e vastità infinite
mi si schiudono davanti

Ed è canto
-e poi un altro-
l e g g e r a
tra un sogno già finito
e un altro

tiziana mignosa
febbraio duemilaquattordici

Note: dopo ogni distacco c’è un momento “fuori dal tempo” in cui si rimane solo in compagnia di se stessi, uno spazio interiore dove si elabora ogni virgola vissuta.
Uno luogo ovattato dove ci ricarichiamo,  buttando via le scorie e tenendo per noi solo i sorrisi, prima di abbracciare  il nuovo che c’attende.

**Quando qualcosa va via è solo perché siamo pronti per qualcos’altro**

sabato 1 febbraio 2014

Goccia o sole


Come il veleno
che l’acqua rende ostile
ma non si vede
così è la vita col dolore
quando incontro dopo incontro
tutte le sue facce sfoggia
e quasi non l’averti più
ma non perché è andato via
come avresti lungamente ambito

Il mutamento
che è gioco fisso della giostra infatti
delusione sopra delusione
ti modella a palato fuori uso
dopo che l’impeto focoso hai assecondato
di soddisfare la voglia smisurata
che ha invaso ogni attimo
di quel tempo

Ma il cibo
che contenta ancora la tua brama
riempie ma non sazia come serve
e non dona più brividi come quando
ogni minimo fruscio di foglia
ti rendeva goccia di tormento
o sole caldo e intenso che riscalda


tiziana mignosa
gennaio duemiladodici