venerdì 31 gennaio 2014

Fuoco e legna


Fin quando il cruccio
correrà nel cerchio che unisce bocca e coda
sarà disco rotto
sulla miseria della stessa nota

Tono stridulo
che graffia l’anima del mondo
legna secca che combacia  con l’incendio
come conca col suo cerchio

Il carnefice non può esistere
se non trova chi la vittima impersona
specchio che li vede attori
intercambiabili ombre sulla scena

Stupido incantesimo
che allontana dalla gioia che ci spetta
se nessuno afferra che oltre che a soffrire
tutto ciò a nulla serve

tiziana mignosa
agosto duemiladodici


note: a Delfina, Giovanna, Germana, Elisa, Alessia, Alice


Tra rovi di melissa


So bene che chi il velo scosta
oltre l’apparenza
scopre paesaggi di vastità inquietanti

Come il miele che l’ape e il goloso attrae
ti avvicini alla tela
ma non sei mosca solamente
ma anche ragno
gocce che sulla lingua porti
e dopo fuggi

Trappole incantatrici
le mie come le tue
che di sole
acqua vento e luna
il lembo del vestito tra rovi di melissa
lungo la via hanno afferrato

A volte sarebbe meglio non capire

ma i sassi che hai raccolto
di nuvole vestono i miei giorni
sotto altri di sorrisi pieni
e m’allontanano
ma poi ritorno


tiziana mignosa
settembre duemilatredici


Mattinate sbadiglianti con il sole ancora freddo


S’incrociano le vie
perpendicolari al dovere
giorno dopo giorno
tra la folla i quattro passi recano

Mattinate sbadiglianti con il sole ancora freddo
di piacere mi trattengono
sull’oasi di luce qualche festa fa tracciata

Sorrisi che germogliano impauriti
ripescano diletti scanditi lungo il di
che tra il primo e il secondo natalizio
al giorno dell’arrivo fanno onore

Filigrane d’emozioni
come dita tremolanti sull’icona cartonata
ripercorrono ora dopo ora già gustata

e perfino si trattengono
sulle linee sconosciute
che nel lasciarsi vivere
ancora un po’ tentennano

 tiziana mignosa
febbraio duemilatredici


L'idea di te



Forse non sei tu a mancarmi
ma l’idea di te
che il sacco appesantisce
delle idee fallite
dimora dei concetti
che rimangono deserti
senza vento e acqua

Veli che il desiderio
dalla realtà allontanano
sorrisi come boccioli
appassiti senza aver conosciuto
il tepore che li avrebbe resi fiori

Percorsi
senza traguardi
che nel buio dell’incontro si ritrovano
diversi nella forma
eppure così affini
in quello che diventano
dopo aver scelto di slegare la magia
che la terra al cielo allaccia

Giardini
che a volte anche il paradiso indicavano
sopra rosee targhe ai bordi delle vie
e invece tra le lande
l’odore intenso di glicine e d’estate
hanno smarrito

E il gioco
la sua triste scena replica
dolce beatitudine
che sulla pesantezza annaspa
e mentre l’incertezza
tua
nella bramosia d’afferrare
il canto stridulo intona
mi smarrisco

Ai miei occhi
pane e pietre
e tutto ciò che trovi
per te va anche bene

E mi rivedo ancora
graffio e vuoto
mentre piaceri appena intuiti
perdono luce e anche sostanza
e anche se vorrei solamente rimanere
nell’assenza che ti butto addosso
mi dissolvo



tiziana mignosa   marzo duemilatredici

Il cuore amato



Le opportunità svanite
sono fiori che l’immensità dei prati sognano
e mentre la partita giocano
lentamente scivolano sulle pareti del vaso che li alloggia

Il vento
è stato più veloce di loro nell’acchiappo
e gli ha portato via il profumo
a volte senza nemmeno essere stato colto

Sono appuntamenti andati a male
desiderati e poi sfuggiti
come mani insaponate
mentre invano tentano d’afferrare

ma come giostra
che sul languore inesorabile s’allontana
troppo spesso dimentichiamo che il dorso
il cuore Amato tornerà a mostrare


tiziana mignosa
marzo duemiladodici

Foglie dello stesso ramo


Ci sono creature che lungo il sentiero
che dell’esperienza attraversano
a nodi ed edera s’allacciano
e mai più si lasciano
nemmeno quando i passi altrove vanno

Foglie dello stesso ramo
che si nutrono della stessa linfa
anche quando scelgono di vivere
sole e pioggia
in tempi e forme differenti

Tagli e strappi
sulla terra infatti
anche se tutto il dolore producono del mondo
nell’unione benedetta sono piuma
che invano solletica l’armatura

Molto spesso però ci dimentichiamo
che anche se occhi e mani
servono per guardare e per toccare
per afferrare tutto quanto il resto
basta solo lasciarsi dolcemente andare

E così mentre le vie
secondo accordi già stilati
in direzione opposta si diramano
i flussi d’energia rimangono
 e l’informazione scorre

Filo eterico che elude
ponti strade e fiori
crollati su nuovi sentieri da varcare
strattone che in un baleno ci conduce
là dove si è ancorato il cuore

tiziana mignosa
aprile duemiladodici

In questa notte



Se io potessi
in questa notte
di silenzi e desideri
abbatterei quella stupida barriera
fatta di chilometri e di percorsi differenti

e dal calice della seduzione
mi ubriacherei
della tua essenza
quella che dimentichi di mostrare
mentre interpreti la commedia della vita

In questa notte
dove l’esistenza ha messo a fuoco
ciò che forse sarebbe stato meglio non sapere
ti carezzo a sfioro
ma solo con la mente

Se io potessi
con l’intensità dei colori sgargianti del piacere
distruggerei quell’inutile congegno
che plausi dispensa
mentre la ragione la croce segna al desiderio

e in quel letto
di note e poesia stracolmo
accenderei le fantasie non confessate
solo assecondando la voglia
di essere semplicemente il tuo magnifico specchio.

Se solo riuscissi a esaudire
quella parte di me che grida ciò che vuole
tu
pur rimanendo solo
stanotte non riusciresti più a dormire

tiziana mignosa
aprile duemilaundici


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Il karma e il desiderio



A patto di saper come volere
alla fine arriva sempre quasi tutto
e questo perché l’intensità del desiderio
patteggia spesso con il karma

Come fuoco
che bruciando di passione il bronzo forgia
ti pare che per te non ci sia niente
e invece è tutto pronto

Per trovare
ciò che cerchi veramente
a volte basta solo
capire come funziona il gioco

Desiderio
che corpo prende
e si sta per scontrare con la tua vita
e quando meno te l’aspetti ti travolge

Ma a volte però l’attesa si fa lunga
e l’armonia riduce a minuscoli brandelli
così che quando il piacere finalmente arriva
non sai più che fartene e lo sciupi andando altrove

tiziana mignosa
febbraio duemilaundici


Il gioco delle mani



Conosco molto bene
quel gioco delle mani
quando tratteggia sogni umidi 
accarezzando il cielo

L’impalpabilità dell’aria
che vita soffia accanto
non ne fa solo ovvi respiri
ma forme e pesi che rallegrano
chi bene sa come si crea il gioco

Ed è per questo
che infilo avida le dita
in quasi tutto quello che
cattura il mio sentire e l’occhio

Carezza che il mondo illude
in quell’afferro pieno
ma che di fatto bacia
solo ciò che mi sorride
nel luogo più segreto del pensiero


tiziana mignosa
luglio duemilaundici

domenica 19 gennaio 2014

Tessono tele di ragno




Tessono tele di ragno
certi coltelli
che mentre il pane antico schivano
tagliano panini, pizze
per loro quasi tutto ciò che trovano va bene

E s’improvvisano pure cucchiaini
se la macedonia vogliono
del bicchiere

Camaleontici individui
che sperano d’afferrare tutto
solo perché interpretando bene
la scena del momento
credono d’apparire belli e veritieri

La frenesia di possedere
li rende però alquanto sciocchi
quando si perdono sull’eleganza
 che da sempre è considerata virtù grande
qualità che a loro certamente manca

E con la cresta bene in mostra
sulla loro stessa foga s’inabissano
perdendo in questo modo
ogni cosa

tiziana mignosa marzo duemilatredici

venerdì 17 gennaio 2014

Il desiderio non svanisce solo quando è sazio


Di calda Luce ubriacano
altre di buio mi confondono
sono granelli bicolori
i ricordi che nella mia mente
si rincorrono

Tanti sono i discorsi conservati
molti ridevano col sole
altri sapevano di freddo
sicuramente però
non mi hanno sotterrato

Il desiderio non svanisce
solo quando è sazio
e anche se fosse di platino e rubini
se troppo si divarica sull’attesa
in fondo al mare la sua dimora incontra

E così quando l’elastico
si è fatto corda senza più parole
m’accorgo che nulla più puoi fare
che possa farmi cambiare direzione

Il punto di non ritorno
è scritto con unghie e sangue sulla vetrata
e l’opportunità per te cancella
di sostare un’altra volta ancora
sulla linea di partenza

tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici



Anche tra la leggerezza e la superficialità


Tra l’amicizia e l’Amore
intercorre spesso un muro di cartone
a volte le circostanze fanno le veci della colla
e altre invece piove

Non sempre però
è facile capire
ciò che al confine vive

il cuore conosce bene
l’odore buono di ciò che verità trasuda

Anche tra la leggerezza e la superficialità
esiste un muro

è di carta velina e il rosso vede
quando nell’arancio sfuma
se sceglie d’avvicinarsi al giallo

Solo collezionando preludi
c’è chi crede di essere
dell’Amore il Dio

esattamente come chi si pensa lettore
quando di ogni libro si ferma all’introduzione

C’è invece chi preferisce darsi tempo
per gustare fino in fondo ogni regalo

Eppure non ci sono scelte giuste
e scelte sbagliate
diversi sono solo i modi per imparare il ballo

Questo però non toglie
che se la musica non canta il mio sentire
io possa sempre scegliere
di girare l’angolo e sparire

tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici 

Quello che ci accade è specchio



Criticare ciò che ci sta davanti
serve solo a farci male
ogni esperienza che ci schiaccia a terra
 c’abbraccia sempre con ambedue le mani

Nella prima
la sofferenza porta
nella seconda invece cela
l’opportunità di stare bene

E’ arrivato infatti il tempo
di ricordare che ciò che ci accade è specchio
ma anche che tutto è perfezione
anche quando anneghiamo nella pozza dell’alluvione

Ed è per questo
che di abbandonare scelgo
quel pensiero che sulla critica m’imbriglia
perché comprendo che è molto meglio
tentare d’imparare la lezione


tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici






Lampi di piacere che a tratti



E’ bello tuffarmi nei tuoi occhi
e in essi scorgere filamenti di luce cristallina
lampi di piacere che a tratti
mi catturano soffiando quell’istante
nei preziosi che nel persempre giacciono


tiziana mignosa
agosto duemilatredici


Che di te ancora il sospiro sbocciano



Non ci sarà un altro no
ora che il limite del ponte
ha lasciato il tuo giardino
per guardare il cielo

 E i pensieri
che di te ancora il sospiro sbocciano
sono solo pupazzi di pezza
che danzano dentro lancette
prigioniere della parola fine

E’ troppo prezioso l’oro
che luccica dentro il forziere di cristallo
per vederlo sbiadire
tra le braccia di un sogno
che di sole
solo a intervalli vive



tiziana mignosa
settembre duemilatredici

Il giardino galleggiante



Da troppo tempo ormai esitavi
tra il dormiveglia insano
della sponda conosciuta
e la terra lontana
che sognavi

L’incertezza
aveva radici lunghe
ma erano fatte di vento
e cartapesta

E’ stato sciocco
confondere il pianale della chiatta
che le tue rive ha costeggiato
con l’erba profumata che domani
conoscerà i tuoi passi

L’accordo fu stilato
al tempo senza tempo
e subito dopo
dimenticato

Ma quando l’ora sulla terra vi travolse
furono calici di nuvole e materia
sguardi e dopo mani
e di lui il sorriso ti entrò dentro

Le isole non baciano altre isole
                                                                                   il mare le divide                             -avresti dovuto saperlo-
ma anche il coraggio
di nuotare per andarle a cercare

Non era terra ferma
ma giardino galleggiante
il suo compito è finito
un giorno di gennaio
in mezzo al mare

tiziana mignosa

gennaio duemilaquattordici

Incapace di tagliare il laccio



L’inquietudine
ai piedi del monte della carenza
nasce
e la sua nenia antica canta

Ha ali di vento
che lontano portano
e inutili zavorre
che incatenano
all’ombra fredda della terra

Onde
calde e ghiacce
di Luce e triste buio
che cristalli di zucchero
e paradiso
sulla pelle soffiano

L’arsura invoca l’acqua
ma il sapore dell’inferno
troppo bene ha conosciuto
per questo scappa
incapace di tagliare il laccio


tiziana mignosa
settembre duemilatredici

La magia del dare e dell'avere


Accoppiando le domande alle risposte
col senno che nel dopo arriva
le caselle un po’ sperdute
il disegno mi cominciano a mostrare

E mi accorgo che ne ho collezionate tante
di carezze assai gentili e pugni tosti
a seconda di quanto azzurro
in quell’attimo il mio cuore attraversava

Ma è difficile per il novello alchimista
agilmente destreggiarsi tra i sassi
e la magia che gli consente
di trasmutare il bronzo in oro

Dilemma tra il vedere il masso
-che l’inciampo reca-
o il riconoscerlo come piolo
che al cielo invece lo sospinge

A tentarmi
col suo vuoto
e col suo pieno infatti
il bicchiere mi compare spesso agli occhi

e così quell’uno che m’hai dato
mentre il bordo del mio calice raggiunge
per magia si centuplica
e m’inonda con la Luce e col Piacere

Altre invece è goccia
solitaria e tintinnante
che si perde e mi distrugge
nell’arsura delle zolle

Devo ammettere però
che senza te il nuotatore incerto
non avrebbe mai abbandonato il suo timore
che alla riva e al tormento lo incollava

La magia del dare e dell’avere
benedice e santo rende ogni incontro
anche quando dura solamente
l’esiguo battito di un giorno

ed è per questo
che sul tuo cuore addormentato
al di là di ciò che credi di sapere
il mio sentito grazie soffio


 tiziana mignosa
gennaio duemilaquattordici


Note: ogni aspetto della vita possiede le due facce della medaglia, a noi la scelta di vedere l’una o l’altra. Riuscire a focalizzarsi  sempre sul bene, o comunque sulla lezione da imparare, ci consente di alleggerire la sofferenza che a volte proviamo e quindi a diventare migliori.

giovedì 16 gennaio 2014

Il giardino proibito



Tienimi sul cuore
in questo respiro di libertà
dove l’estate si rende complice dei sogni
mentre raccoglie desideri erranti
e sospiri imbrigliati
nei rami più alti degli alberi

Ti trovo nell’aria
nello stesso soffio che m’aleggia intorno
vicino … eppure così lontano
in questa notte che non vuole dormire
e le stelle sorridono
delle piccolezze umane

Paure e fremiti
sulla fantasia di passeggiare scalza
lungo il giardino di rugiada e fiori
proibito ma che voglio
e divento rosa senza spine
mentre mi lascio inghiottire dall’idea

E sorrido
io che credevo d’essere più forte
mentre mi sciolgo
di fronte ai colori che ho perduto e che ritornano
luce che s’intrufola dalle fessure
delle mie porte chiuse

Cristallo che il blu del cielo
a sorsi pieni beve
mentre soffi di parole
scaldano la perplessità
e il desiderio nuovo accolgo
di spalmarmi sul palmo delle tue mani
.

tiziana mignosa
luglio duemilaundici


Fiori e onde mare



Sole sulla pelle
d’ambra e d’afa
a piedi scalzi
m’annodo al battito del mondo

L’estate è trama
su cui l’Amore tesse orditi al desiderio
fiori e onde mare
per chi le reti issa sull’ordinario

Piacere che sgorga prorompente
a lato di chi ne fa offerta e rito
pelle di sale e vento che di piacere
annuso e sento

tiziana mignosa
luglio duemiladodici


Eredi fortunati di legami più profondi


Andrea è figlio di un Amore vissuto troppo in fretta
il suo respiro si è rotto in ragnatele di paure
e vive attraverso altri frutti
inconsapevoli specchi
eredi fortunati di legami più profondi

Ogni tanto mi viene a trovare
e come sale sulla carne al sole
mi rammenta che l’assenza
è agrodolce nodo
spina che ancora nutre e graffia l‘anima

tiziana mignosa

luglio duemiladodici

Il giardiniere


Il bocciolo
in effetti è nato
ma è subito appassito
dimenticato com’è stato
dalle cure del giardiniere
che crede d’essere un po’ pigro

Forse egli non sa
che la pigrizia
altro non è che lo scorrere piatto
della vita senza topi
per il micio che sonnecchia un po’ annoiato
mentre il mondo va avanti
senza lasciare traccia

tiziana mignosa

maggio duemilaundici

mercoledì 15 gennaio 2014

Per fare una scelta giusta devi stare bene

La gioia porta gioia
e il buio reca tormento
per fare una scelta giusta
devi stare bene

altrimenti al gioco del naufrago ti accomuni
quando nell’acqua la sua paura incontra
e anche davanti un filo d’alga
gli pare di vedere un’ imbarcazione

O come il viandante quando
nel deserto la sua vita muove
e veritiero pensa sia
ogni cosa che il suo sguardo sfiora

e persino l’acqua della pozzanghera
trova buona
pur mentre in verità nasconde
il fango buio del ristagno

La fame prolungata
costruisce nuvole di sogni
e dietro corre ai desideri
ma solo mosche mangia

come la spugna quand’è secca
che prelibato pensa sia
anche il cielo che ristagna
nella luce scintillante di una pozza

tiziana mignosa
giugno duemilatredici

Note: se si desidera fare scelte consapevoli conviene prima accertarsi che non ci siano bisogni da soddisfare altrimenti corriamo il rischio di prendere lucciole per lanterne



Il canto segreto


(Sulle note di If leaving me is easy di Phil Collins)

Dopo che anche l’ultimo occhio
alle lusinghe delle tenebre cede
il mondo intorno a me s’assopisce
in lunghi viaggi oltre l’orizzonte

Si leva allora nella notte
il canto segreto
gorgheggio raffinato
che l’essenza antica
con leggerezza mette in scena

Intrecci silenziosi
di filamenti in cerca di qualcosa
nel blu s’allungano smarriti
e a volte fremono
sui cuori erranti
in cerca di caldi batticuori

Desideri stropicciati
tra polvere di giorni uguali a giorni
nell’azzurro
la bianca bandiera strappano
e i sogni variopinti innalzano

Come se fosse
finalmente tutto lecito
languidi
e a sorsi intensi
la vita bevono tutta d’un fiato

e prendono così
ciò che di giorno
non osano nemmeno
sfiorare con la punta più audace del pensiero

tiziana mignosa
gennaio duemilaundici


I veri legami


I veri legami
non sono mai quelli di sangue
non basta avere un tetto in comune
per allacciare gli stessi sorrisi e gli stessi pianti

I veri fratelli si dividono il cuore nell’unico abbraccio
e sono allacciati anche quando sono lontani

tiziana mignosa
luglio duemilaundici

I siti abbandonati



I siti abbandonati
sono come quei vagoni
impolverati e fermi alla stazione
quando nell’immobilità
delle loro azioni
la storia che hanno vissuto
narrano

Giardini disabitati
dove i fiori odorano
di sorrisi e gocce già ascoltati
e quando il visitatore
s’imbriglia in quell’incanto
accendono in un lampo l’interruttore
e le parole interpretano di nuovo l’emozione

tiziana mignosa
gennaio duemilaundici