La tua voce non è corda
dentro al pozzo
ma il volo del gabbiano
nell’azzurro immaginato
Eppure quand’è giorno
i miei occhi di stupore
riesci a colmare
Sparute vitamine
che sollievo
all’essenza ancora traballante
sanno donare
Questa è l’era in cui il nodo
l’intimità col pettine
riesce a trovare
e soffio polvere
sui logori calzari
che la strettoia dell’imbuto
hanno raggiunto
Come il tremore delle mani
davanti al sogno d’afferrare
così il bruco recita la fretta
ma è nel coraggio
che la farfalla
abbandonando goccia e negazione
tiziana mignosa agosto duemilatredici
Nessun commento:
Posta un commento