La
chiamavano Primavera
perché imbrigliati
tra i capelli
possedeva
spicchi di sole e arcobaleno
continuava
a cavalcare sogni
e mai
alzava il lembo bianco
neanche mentre
si faceva male.
La
chiamavano Primavera
anche quando
la malinconia
le soffiava
il buio delle nubi accanto
e il mondo con
le dita
intanto carezzava
gioia che non
smetteva un attimo di volere.
Un bel giorno
infatti il vento
impietosito
da quel dolce tormento
dell’azzurro
le donò la tenerezza
infinito
gustato
nel finito.
Ma il bello
chissà mai perché
dura sempre
il giro stretto di uno stornello
e così quando
ancora
l’Amore
sulla pelle canticchiava
come
fulmine ogni cosa fu svanita.
E lei morì a sorpresa
mischiandosi alla terra e al pianto
del più fitto e freddo inverno.
E pensare
che aveva pure creduto
che per
amore suo
la luce
alle stelle lui aveva rubato
regina cinta
dai ghiacci della notte
stupita
si ritrovò anche
senza corona.
Primavera
nel vuoto del silenzio
condividendo
con se stessa la sua pena
alle spalle
lasciava il paradiso
Primavera
con l’umidità nell’occhio
risorta nel
centro dell’inferno
comprese
che nulla aveva capito.
E così
sui passi
trascinati della terra
il fiore s’arrese
alla sua sorte
e si fece
polvere
e si fece nutrimento
per il giorno
che ancora stava attendendo.
E tutti
intanto
continuarono
a chiamarla Primavera
tiziana mignosa
aprile duemilaundici
Per chi desidera ascoltarla:
http://www.dailymotion.com/video/x14f7wt_tiziana-mignosa-la-chiamavano-primavera_creation
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