Io allodola
e tu specchio
sulla strada che paziente
mi attendeva
Non transiti invisibili
ma orme e forti radici
di gioia e appartenenza
Un passo volge avanti
e l’altro al ticchettio abbraccia
la via che all’ieri ho consegnato
Nutrimento e folle paura
e una mano “dolce”
profumo di salsedine che
m’afferra
sempre a un passo
dalla soglia dove il gelo dell’inverno
l’azzurro della mia estate
minaccia d’allagare
E mi lascio andare
docile
alla magia del flusso che rinnova
L’insegnamento
si fa allora ombra
calda che alla vetta
m’ accompagna
e mi lascio catturare
da laghi seducenti d’aquilina
sulle affilate lame che alla fuga
tiziana mignosa novembre duemilatredici
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