venerdì 11 ottobre 2013

Reti e vele, ed. Rupe Mutevole, di Giusi Ambrosio


Una domanda che faccio spesso agli autori che presento è perché hanno scelto quel titolo, piuttosto che un altro. Nel libro di Giusi Ambrosio a mio avviso è assolutamente inutile fare questa domanda in quanto credo che sarebbe stato impossibile pensarne un altro che lo rappresenti meglio. Reti e vele, un nome che evoca in maniera inequivocabile quel doloroso sentire, che almeno una  volta nella vita tutti abbiamo provato, quell’inquietante oscillare tra il sentirsi costretti dentro schemi preesistenti, (le reti, appunto) quali potrebbero essere ruoli, regole stabilite da chi detiene il potere e che ci vengono inculcate già da bambini, e le vele…il rovescio della medaglia, quel dolce andar di cuore quando scivolando nel piacere apriamo le finestre alla vita e ne assaporiamo il gusto. Ecco, questo è il messaggio, in sintesi, della nostra raffinata poetessa che sceglie di suddividere l’intero testo in quattro parti: Abitare, Essere, Esistere e Ricordare.
Nella sua poetica ricca di simboli e metafore facciamo un viaggio nella natura, il mare in particolare, un tragitto ricco di colori dove lo sguardo non può non soffermarsi sull’incanto della bellezza che trova lungo la via ma anche sulla fragilità dell’essere umano quando si vede impotente e costretto a convivere con i suoi limiti terreni. Quello è il momento in cui l’animo sensibile ha la possibilità di vivere l’amarezza del momento, bevendo così il fiele dal calice della sofferenza, oppure spiccare il volo verso gli sconfinati paesaggi immaginari e, distaccandosi dalla materia, vivere finalmente il sogno sublimato non ancora fatto carne.
Nessun titolo nelle sue liriche, una particolarità, subito apprezzata, che le rende a mio avviso più leggere quasi come fosse la voce naturale dell’anima che per un attimo si ferma, sul foglio e sul cuore, senza rimanere imbrigliata dentro etichette, in questo caso titoli, che in qualche modo potrebbero dargli una specifica collocazione,  come se mai fosse possibile solo pensare di ingabbiare una farfalla!
In Abitare e Ricordare, che fanno una sorta di cornice ad Essere ed Esistere, troviamo una serie di liriche dal sapore antico, avverto una sorta di velata nostalgia che porta l’autrice a ripercorrere sentieri già battuti, da lei e da altri, quasi come a voler riafferrare emozioni vissute, intense e mai assopite. Leggendo questa prima parte mi sono chiesta più volte se le liriche sono state scritte allora, e raccolte dopo per farne il libro, oppure, come spesso accade, è stato da parte dell’autrice un riagganciarsi ad emozioni già vissute, a ritroso nel tempo, per farne, poi, sbocciare la lirica? La poesia è emozione allo stato puro e questo, per chi è poeta, è sicuramente cosa fattibile e cioè quella di viaggiare oltre i confini che ci impone la realtà temporale.
Un ricordo della sua terra d’origine, una raccolta descrittiva di luoghi, spesso naturali, il mare fa da protagonista quasi sempre, ma troviamo anche una rassegna di figure umane, prevalentemente donne ritratte nell’umiltà del vivere: le madri lucane, la donna monaca, le ragazze orfane con il sogno d'amore, le contadine divenute operaie, le aspiranti al concorso di bellezza, e poi la solitudine e il dolore dell'aborto, la tristezza della prostituzione, la vecchiaia e l'incertezza del vivere, la caduta delle speranze e delle illusioni collettive. 

In Essere e Esistere troviamo invece una raccolta di liriche che descrivono più che luoghi fisici, tumulti interiori, l’intimità delle persone, le emozioni, il confronto con gli altri, l'intreccio dei dubbi che lacerano l’essenza stessa di chi li vive, le opportunità coltivate e quelle smarrite, la leggerezza dell’esistenza ma anche la parte che ci inchioda al dolore mentre attraversiamo il sottobosco della vita. Lo definirei una sorta di viaggio dell’essere sul sentiero della consapevolezza che va dalla prigionia ( reti) fino alla libertà ( vele). Una poetica gioiosa, altre inquinata dalla sofferenza, dove a volte affiora un bisogno lacerante di avere risposte sul senso della vita. 


Tiziana Mignosa
Presentazione di Rete e vele di Giusi Ambrosio 11 ottobre 2013
Liberia Arion Monti, Roma

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