Leggere la ragazza col basco verde di Daria D è stata sicuramente un’esperienza entusiasmante. Mi sono trovata catapultata non in un romanzo, come potrebbe venire di pensare in un primo momento, ma dentro una serie di racconti brevi e intensi dove i temi trattati spaziano dal male sociale, all’Amore, dall’introspezione alle dipendenze; non manca nemmeno l’erotismo, diciamo che leggere questo libro è un po’ come cavalcare onde sempre diverse dello stesso mare nel quale ognuno di noi può rispecchiarsi. Difatti è un continuo scorgere sfumature differenti della stessa anima, in questo caso quella della nostra autrice, che non è alla prima esperienza letteraria che inizia nel 2010 con la pubblicazione di “Fantasie di D. Racconti di una libertina” anche in questo caso una raccolta di racconti brevi ma con un tema unico: l’erotismo. Sono racconti erotic chic, è un genere che le piace molto e che ha proseguito nel secondo libro “La ragazza col basco verde” dopo avere comprato, a Parigi, il famoso basco verde. Un’autrice poliedrica, la nostra Daria D., inquieta, spumeggiante, viva, che non si accontenta di fare solo una cosa ma spazia, con grazia e competenza, dalla scrittura di racconti, allo scrivere poesie ma anche testi teatrali come per esempio, l’ultimo: “Il Cavatappi” che è stato scelto nell'ambito della rassegna “Schegge d'Autore” per essere messo in scena in ottobre, con la regia della nostra autrice, al Teatro Tor di Nona. Gli attori saranno Mario Lucarelli e Laura Marconi Rivera, scenografia di Nino Formica.
Tra
i tanti premi ricevuti, nel 2012 è vincitrice nel concorso letterario “Black
Room, La capitale del vizio. Monologhi
per la scena” con il racconto intitolato “L'uomo senzaffari.” Ma anche “Dream House “ che è diventato un cortometraggio dal titolo
“D4destiny” prodotto dalla Casa Editrice
ExCogita di Milano. Ma chi è Daria D.? Daria nasce in Veneto dove consegue la
maturità classica nella sua città d’origine per poi decidere di trasferirsi a
Bologna dove conseguirà la laurea al DAMS e subito dopo a Roma dove inizia a
lavorare nell’ambito del cinema e della televisione. Agli inizi degli anni
novanta si reca a Los Angeles dove rimarrà per più di 10 anni. La cosa che da
sempre Ama di più è scrivere e recitare; a otto anni la sua prima poesia, e a
12 già metteva in scena per la scuola delle piccole commedie scritte e
interpretate da lei e dalle sue amiche. Nella città in cui viveva frequentava
assiduamente il teatro comunale e questo le dava la possibilità di leggere autori
teatrali e di appassionarsi sempre di più al mondo della recitazione. Decisa e
determinata, già da allora, sapeva esattamente quello che voleva, ciò che
avrebbe fatto e anche dove sarebbe andata. Un incontro determinante, quello col
teatro comunale, che ha dato un
imprinting alla sua vita di allora e a quella futura. E’ stata anche ad Hollywood
dove ha fatto tanti lavori, compresa la commessa per 8 anni da Rizzoli bookstore, a Beverly Hills, dove i
suoi clienti erano attori famosi come Woody Allen, Michael Jackson, Diana Ross, e via dicendo. Ha fatto la
chauffeur di limousine e, a questo proposito, ha un progetto pronto che si
chiama “Diario di una chauffeur di limousine” e la modella in due stupendi
libri fotografici del regista e sceneggiatore Gian Pietro Calasso: “Narcissus
Eros L’Eros di Narciso” edizioni Electa Mondadori e “Los Angeles now here, nowhere” edizioni De Luca.
Al rientro in
Italia, dopo uno shock da ritorno, con conseguente depressione del tipo” Dove
mi trovo? Perché mi fanno sentire vecchia e inutile? Cosa posso fare qui con
tanta esperienza e vita accumulata? Ci sarà posto per me?”, ha reagito con
coraggio e forza di carattere, ricordandosi che gli americani le hanno
insegnato a non lamentarmi, piuttosto a rimboccarsi le maniche e a dimostrare le sue capacità,
sempre a testa alta, sfidando le condizioni avverse, anche le più difficili e
impossibili. Ma per fare ciò ha dovuto apportare dei cambiamenti alla sua vita,
che si sono rivelati necessari e utili, e adesso raccoglie i frutti del suo coraggio e della sua determinazione. Una donna che evoca,
guardandola, femminilità e fragilità, eppure con una determinazione e versatilità
sorprendenti, inquieta e istintiva, in continuo fermento; una donna “vulcano”
che ha sempre mille idee in testa e che riversa, almeno in parte, nelle sue
storie “tortuose” dove gli estremi si toccano, dove l’eleganza di linguaggio e
la poeticità d’espressione s’abbracciano alle inquietudini dei personaggi, che
poi, credo, siano le stesse inquietudini dell’autrice come quelle di molti dei
suoi lettori. Ed ecco che quando ci accingiamo a specchiarci nelle sue storie e
nei sentimenti che da esse riaffiorano da quel magma incandescente che sgorga
impetuoso dal suo “magico” sentire, ci troviamo un po’ smarriti, eppure
stranamente a casa.
Daria si
racconta così: “Non amo la realtà, e infatti c'è una frase detta da
Blanche in “Un tram che si chiama
desiderio” di Tennessee Williams che sento molto affine con la mia personalità:
“ La magia, voglio la magia! E' questo quello che cerco di dare alla gente: non
dico la verità ma quello che potrebbe essere la verità, e se questo è un
peccato...”.
Molto spesso mi
ispiro ad un quadro, un fotogramma di film, ad un fotografia e da lì mi invento
una storia. Sono molto visive, direi cinematografiche, le mie storie, forse
perché li scrive l'attrice che è in me. Amo il genere del racconto perché lo
trovo adatto al mondo veloce in cui
viviamo. Non voglio annoiare i miei lettori,
sarebbe un grave peccato, ma vorrei portarli in un mondo fantastico, fatto di
desideri e di sogni, magari in città dove non sono mai stati o in scenari che
non si sarebbero mai immaginati. E poi ho tante altre cose da fare che non
avrei nemmeno tempo di scrivere un romanzo. Magari quando sarò più vecchia, tra
molti, molti anni. Perché, anche sul punto di morte, credo che farò progetti
per il futuro.”
Ma adesso torniamo alla ragazza col basco verde, a questi
racconti fatti di intrecci che si susseguono, dove si raggiunge il tutto che
poi sembra perdersi nel nulla, dove la nostra autrice riesce ad incuriosirci
facendoci navigare in un mare di cose dette e non dette, di eventi palesi e
altri solo immaginati, dove il lettore non può non farsi delle domande o non
identificarsi con quello o quell’altro personaggio. Tra tutti i racconti letti,
quello che maggiormente ha colpito la mia fantasia anzi, diciamo, quello che mi
ha catturato pienamente, e che poi ho scoperto ha avuto una segnalazione di
merito ad un concorso letterario e
precisamente alla XXI edizione del
Premio Letteratura d'Amore è “Papaveri sul davanzale” Anche qui c’è una donna, ha un cappello in
testa e anche stavolta è verde, e c’è il protagonista, un pittore, che ogni
mattina si reca sulla spiaggia per dipingere il mare e quando la nonna
incuriosita gli chiede perché va a dipingere tutti i santi giorni un qualcosa
sempre uguale, lui le risponde in una maniera molto poetica:
“Nonna, il mare cambia ogni momento, non è mai uguale, ha la
sua vita, come noi … è lui che racconta, ma non lo fa con tutti, solo con
quelli che lo amano. Quando lui stesso non vorrà più dirmi nulla, allora mi
allontanerò e non lo dipingerò più. Dovrò cercare un altro mare …”.
Questa visione
del mare mi ha commossa, sicuramente perché è molto simile alla mia, perché in
essa c’è racchiusa la magia di un sentire che va al di là delle apparenze che
potrebbero portare a chiunque a pensarla come la nonna che si chiede, appunto,
cosa spinga il nipote a dipingere il mare che in fondo, poi, è sempre lo
stesso. Ma questa è solo l’apparenza la buccia, e non la polpa succosa della
vita, che sazia solo chi è abituato ad accontentarsi: il mare in effetti è
sempre diverso ma si mostra nella sua vera essenza solo a chi lo Ama per
davvero e chi Ama sa bene che proprio grazie alla magia dell’Amore ha sempre le
porte aperte sulla bellezza. E, come alla nostra Daria, gli è concessa la gioia
perché riesce a guardare la vita con solamente con gli occhi, ma con il cuore.
Tiziana Mignosa
Presentazione
del 27 settembre 2013
presso la Libreria Arion, piazza Santa Maria Liberatrice 23/26 Roma
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