“Se si coglie un fiore vibra una
stella”
Desidero iniziare a parlare di
Caro Pitagora facendo questa citazione che, se non ricordo male, dovrebbe essere
di Galileo. Ogni azione ha una ripercussione nel cosmo: tutto è uno e in ogni
cosa è racchiuso il tutto. Un po’ come l’onda dell’oceano, che è anche lei
oceano, anche se non sa di esserlo. Ecco che pian piano va scomparendo
l’illusione che ci vede separati da tutto il resto e l’umanità intera si
prepara ad accogliere tempi e idee differenti. In effetti questa è solo una
delle tantissime citazioni che mi ha colpito leggendo questo libro particolare,
un libro scritto da una cara amica, Loredana Fratantoni (insegnante) e da Giulietta
Bizzarro (psicologa). Saggio, più che romanzo, un libro dove il pensiero
filosofico si mostra in tutta la sua pienezza già dalla quarta di copertina
dove le autrici, sintetizzando il tema trattato, in poche e significative
parole ci conducono all’essenza stessa della storia. A tal proposito ci
spiegano: “l’idea di questo libro nasce dal desiderio di presentare ai lettori
di ogni età lo stretto collegamento tra le scuole di Antica Saggezza e le
scoperte della scienza moderna. Le infinite potenzialità della mente e la possibilità
di risvegliare la Luce del cuore, sono temi appassionanti che meritano
l’attenzione dell’uomo della nuova era.”
I tempi sono maturi e allora,
come fiori che sbocciano al sole tiepido di primavera, nel nostro presente
storico, alquanto travagliato a dire il vero, fioccano ovunque, libri che in
qualche modo, anche se da punti di vista differenti, aiutano il lettore ad
iniziare a fare i primi passi in questa importante era del risveglio. Caro
Pitagora è sicuramente uno di questi e può vantare di suscitare immediatamente
la curiosità di chi si accinge a leggerlo, come è successo a me, che già dalle
prime battute sono rimasta affascinata. Un po’ per la tematica scelta, che amo
particolarmente, un po’ per la semplicità di linguaggio che arriva dritto al
cuore senza passare dai vicoli contorti dell’ego quando comunica attraverso un lessico
arzigogolato, quasi criptato, e quindi appannaggio solo di pochi, ma anche per
l’idea carina che hanno avuto le nostre autrici di esternare, attraverso il
dialogo tra l’insegnante e i suoi alunni, tematiche di importanza, consentitemi
di dirlo, a volte anche cosmiche.
Una volta si credeva che fosse
possibile un avanzamento spirituale scollegato da quello della ricerca
scientifica, adesso, invece, l’evoluzione stessa ci porta a comprendere che
solo unificando i due aspetti si può andare avanti più speditamente anche
perché nulla in effetti è separato da tutto il resto. Gli stessi bambini sono
più precoci, rispetto alle generazioni passate, e incredibilmente recettivi a
nuovi stimoli e informazioni, quindi, per dirla come le nostre autrici, pronti
per altri tipi di conoscenze.
Loredana e Giulietta ci parlano
in maniera semplice e comprensibile di tematiche quali possono essere il Bosone
di Peter Higgs, il Big Bang, ci inoltriamo quindi nei sentieri
misteriosi della creazione dell’universo con l’inflazione cosmica, il punto zero; ci
parlano della teoria di Einstein, della fisica quantistica, dell’energia, dell’anima
ma anche dei cavalieri templari e di tanto altro ancora; insomma attraverso
questa lettura facciamo un meraviglioso viaggio verso affascinanti verità che
qualcuno ancora, ancorato ai vecchi criteri di credenza, potrebbe classificare
solo come affascinanti teorie. Si parla anche di scoperte scientifiche fatte
nel corso dei secoli ma, se ci pensiamo un po’, chi ha un minimo di capacità di
vedere oltre, sa bene che lo scienziato in effetti non inventa niente ma è
semplicemente un mezzo attraverso il quale avviene il ritrovamento di
qualcosa che fino a quel momento era nascosto dal velo della dimenticanza. Ciò
che viene alla luce, infatti, non è mai una “nascita dal nulla” ma è un po’
come, consentitemi la metafora, quando tiriamo fuori dall’armadio qualcosa che
ci serviva. L’universo contiene tutto ed è un po’ come un armadio, un grande armadio:
ogni tanto qualcuno ha un’intuizione su qualcosa ed ecco che proprio quel
qualcosa viene fuori. Bene, quello è l’inventore, lo scienziato, l’artista: in
effetti lui non crea nulla, semplicemente afferra qualcosa da quel tutto, chiamato
universo, che è a nostra completa disposizione. Caro Pitagora è un libro che attraverso parole
rivolte ai bambini parla in effetti a tutti, almeno a tutti coloro che sono
pronti a riscoprire ciò è dentro ognuno di noi e che, solo quando arriva il momento,
viene inevitabilmente fuori. A questo punto desidero leggere uno stralcio della
bellissima e accurata prefazione scritta da Piero Isgrò, giornalista e
scrittore, autore di saggi e romanzi. Lui dice: “l’universo, come lo
interpretiamo oggi, è una incalcolabile serie di galassie, punti neri, sistemi
solari, stelle, pianeti, freddo, massa invalicabile, tempo che si costruisce e
si spezza. E dentro questo infinito, nel suo più minuscolo granello respira
l’infinito capovolto, l’infinitesimo: l’atomo, il neutrone, l’elettrone, il
quark, il bosone di Higgs e via discendendo nel buco profondo
dell’inafferrabile. Insomma una matrioska che non la smette di replicare se
stessa in dimensioni sempre più minuscole. Ma prima del Big Bang che cosa
c’era? C’è qualcosa che esiste da sempre, scrivono Giulietta e Loredana, e che
mai avrà fine: l’Infinito, l’Assoluto, Dio. A questo punto i bambini, condotti
per mano nel cielo di carta del libro, cominciano ad organizzare viaggi verso
la luna, che sta ancora nei racconti delle mamme, poi si fanno più arditi,
scavalcano Marte e Saturno, Giove e Plutone e si avviano verso altri mondi
lontani. Insomma imparano a viaggiare in un’altra favola ( come dovremmo
imparare a fare tutti) che però ha i contorni della verità.”
Noi tutti siamo stati abituati a
pensare che sia reale solo ciò che vediamo e tocchiamo ma in realtà sono molte
di più le cose che non vediamo ad essere vere piuttosto che quelle che
riusciamo ad osservare e a toccare: in effetti noi riusciamo a vedere solo il
quattro per cento di ciò che esiste. Inostri occhi percepiscono solo ciò che è
materiale ma questo non significa che oltre non esiste niente ma solo che noi
non riusciamo a vederlo. Come del resto accade per lo spazio e il tempo, che appartengono
alla dimensione materiale, se non ci fosse lo spazio, non esisterebbe nemmeno
il tempo. A tal proposito le autrici consigliano di “allargare i propri modi di
pensare” e questo allo scopo di consentire alla conoscenza di illuminare la
nostra vita. Quando affrontiamo una nuova sfida o comunque un problema,
aggiungo io, dobbiamo usare anche un pensiero ed un approccio nuovo perché se
lo affrontiamo come abbiamo sempre fatto, cioè con i vecchi schemi, non andiamo
da nessuna parte. In questo libro si parla anche del suono e anche del fatto
che è parte integrante di tutte le cose infatti, spiegano le autrici, qualsiasi
cosa ha un suono: ciò che si è manifestato contemporaneamente alla creazione è di
fatto il suono.
Caro Pitagora è un testo davvero ricco
e stimolante, dove gli argomenti trattati sono talmente tanti e interessanti
che se si scegliesse di sviscerarli uno per uno si correrebbe sicuramente il
piacevole rischio di ritrovarsi ad aver scritto un altro libro.
Tiziana Mignosa
Presentazione Caro Pitagora 13 9
2013 libreria Arion Monti, Roma
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