sabato 14 settembre 2013

Caro Pitagora, L. Fratantoni & G. Bizzarro, Rupe Mutevole edizioni



“Se si coglie un fiore vibra una stella”
Desidero iniziare a parlare di Caro Pitagora facendo questa citazione che, se non ricordo male, dovrebbe essere di Galileo. Ogni azione ha una ripercussione nel cosmo: tutto è uno e in ogni cosa è racchiuso il tutto. Un po’ come l’onda dell’oceano, che è anche lei oceano, anche se non sa di esserlo. Ecco che pian piano va scomparendo l’illusione che ci vede separati da tutto il resto e l’umanità intera si prepara ad accogliere tempi e idee differenti. In effetti questa è solo una delle tantissime citazioni che mi ha colpito leggendo questo libro particolare, un libro scritto da una cara amica, Loredana Fratantoni (insegnante) e da Giulietta Bizzarro (psicologa). Saggio, più che romanzo, un libro dove il pensiero filosofico si mostra in tutta la sua pienezza già dalla quarta di copertina dove le autrici, sintetizzando il tema trattato, in poche e significative parole ci conducono all’essenza stessa della storia. A tal proposito ci spiegano: “l’idea di questo libro nasce dal desiderio di presentare ai lettori di ogni età lo stretto collegamento tra le scuole di Antica Saggezza e le scoperte della scienza moderna. Le infinite potenzialità della mente e la possibilità di risvegliare la Luce del cuore, sono temi appassionanti che meritano l’attenzione  dell’uomo della nuova era.”
I tempi sono maturi e allora, come fiori che sbocciano al sole tiepido di primavera, nel nostro presente storico, alquanto travagliato a dire il vero, fioccano ovunque, libri che in qualche modo, anche se da punti di vista differenti, aiutano il lettore ad iniziare a fare i primi passi in questa importante era del risveglio. Caro Pitagora è sicuramente uno di questi e può vantare di suscitare immediatamente la curiosità di chi si accinge a leggerlo, come è successo a me, che già dalle prime battute sono rimasta affascinata. Un po’ per la tematica scelta, che amo particolarmente, un po’ per la semplicità di linguaggio che arriva dritto al cuore senza passare dai vicoli contorti dell’ego quando comunica attraverso un lessico arzigogolato, quasi criptato, e quindi appannaggio solo di pochi, ma anche per l’idea carina che hanno avuto le nostre autrici di esternare, attraverso il dialogo tra l’insegnante e i suoi alunni, tematiche di importanza, consentitemi di dirlo, a volte anche cosmiche.
Una volta si credeva che fosse possibile un avanzamento spirituale scollegato da quello della ricerca scientifica, adesso, invece, l’evoluzione stessa ci porta a comprendere che solo unificando i due aspetti si può andare avanti più speditamente anche perché nulla in effetti è separato da tutto il resto. Gli stessi bambini sono più precoci, rispetto alle generazioni passate, e incredibilmente recettivi a nuovi stimoli e informazioni, quindi, per dirla come le nostre autrici, pronti per altri tipi di conoscenze.
Loredana e Giulietta ci parlano in maniera semplice e comprensibile di tematiche quali possono essere il Bosone di Peter Higgs, il  Big Bang, ci inoltriamo quindi nei sentieri misteriosi della creazione dell’universo con  l’inflazione cosmica, il punto zero; ci parlano della teoria di Einstein, della fisica quantistica, dell’energia, dell’anima ma anche dei cavalieri templari e di tanto altro ancora; insomma attraverso questa lettura facciamo un meraviglioso viaggio verso affascinanti verità che qualcuno ancora, ancorato ai vecchi criteri di credenza, potrebbe classificare solo come affascinanti teorie. Si parla anche di scoperte scientifiche fatte nel corso dei secoli ma, se ci pensiamo un po’, chi ha un minimo di capacità di vedere oltre, sa bene che lo scienziato in effetti non inventa niente ma è semplicemente  un mezzo  attraverso il quale avviene il ritrovamento di qualcosa che fino a quel momento era nascosto dal velo della dimenticanza. Ciò che viene alla luce, infatti, non è mai una “nascita dal nulla” ma è un po’ come, consentitemi la metafora, quando tiriamo fuori dall’armadio qualcosa che ci serviva. L’universo contiene tutto ed è un po’ come un armadio, un grande armadio: ogni tanto qualcuno ha un’intuizione su qualcosa ed ecco che proprio quel qualcosa viene fuori. Bene, quello è l’inventore, lo scienziato, l’artista: in effetti lui non crea nulla, semplicemente afferra qualcosa da quel tutto, chiamato universo, che è a nostra completa disposizione.  Caro Pitagora è un libro che attraverso parole rivolte ai bambini parla in effetti a tutti, almeno a tutti coloro che sono pronti a riscoprire ciò è dentro ognuno di noi e che, solo quando arriva il momento, viene inevitabilmente fuori. A questo punto desidero leggere uno stralcio della bellissima e accurata prefazione scritta da Piero Isgrò, giornalista e scrittore, autore di saggi e romanzi. Lui dice: “l’universo, come lo interpretiamo oggi, è una incalcolabile serie di galassie, punti neri, sistemi solari, stelle, pianeti, freddo, massa invalicabile, tempo che si costruisce e si spezza. E dentro questo infinito, nel suo più minuscolo granello respira l’infinito capovolto, l’infinitesimo: l’atomo, il neutrone, l’elettrone, il quark, il bosone di Higgs e via discendendo nel buco profondo dell’inafferrabile. Insomma una matrioska che non la smette di replicare se stessa in dimensioni sempre più minuscole. Ma prima del Big Bang che cosa c’era? C’è qualcosa che esiste da sempre, scrivono Giulietta e Loredana, e che mai avrà fine: l’Infinito, l’Assoluto, Dio. A questo punto i bambini, condotti per mano nel cielo di carta del libro, cominciano ad organizzare viaggi verso la luna, che sta ancora nei racconti delle mamme, poi si fanno più arditi, scavalcano Marte e Saturno, Giove e Plutone e si avviano verso altri mondi lontani. Insomma imparano a viaggiare in un’altra favola ( come dovremmo imparare a fare tutti) che però ha i contorni della verità.”
Noi tutti siamo stati abituati a pensare che sia reale solo ciò che vediamo e tocchiamo ma in realtà sono molte di più le cose che non vediamo ad essere vere piuttosto che quelle che riusciamo ad osservare e a toccare: in effetti noi riusciamo a vedere solo il quattro per cento di ciò che esiste. Inostri occhi percepiscono solo ciò che è materiale ma questo non significa che oltre non esiste niente ma solo che noi non riusciamo a vederlo. Come del resto accade per lo spazio e il tempo, che appartengono alla dimensione materiale, se non ci fosse lo spazio, non esisterebbe nemmeno il tempo. A tal proposito le autrici consigliano di “allargare i propri modi di pensare” e questo allo scopo di consentire alla conoscenza di illuminare la nostra vita. Quando affrontiamo una nuova sfida o comunque un problema, aggiungo io, dobbiamo usare anche un pensiero ed un approccio nuovo perché se lo affrontiamo come abbiamo sempre fatto, cioè con i vecchi schemi, non andiamo da nessuna parte. In questo libro si parla anche del suono e anche del fatto che è parte integrante di tutte le cose infatti, spiegano le autrici, qualsiasi cosa ha un suono: ciò che si è manifestato contemporaneamente alla creazione è di fatto il suono.
Caro Pitagora è un testo davvero ricco e stimolante, dove gli argomenti trattati sono talmente tanti e interessanti che se si scegliesse di sviscerarli uno per uno si correrebbe sicuramente il piacevole rischio di ritrovarsi ad aver scritto un altro libro.

Tiziana Mignosa
Presentazione Caro Pitagora 13 9 2013 libreria Arion Monti, Roma



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